Zidane la feccia

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Zidane la feccia è il primo volantino di Marc-Édouard Nabe, stampato il 24 luglio 2006. L'autore tratta della testata di Zinédine Zidane sferrata al petto di Marco Materazzi pochi minuti prima della fine della finale del Campionato mondiale di calcio il 9 luglio 2006. Nella prima colonna del testo, Nabe descrive la fine della partita come un telecronista calcistico. Poi, collega il fatale gesto del calciatore alla sua rimozione riguardo alla geopolitica, che in un certo senso si sarebbe manifestata in extremis prima del ritiro del campione. Essendosi informato sulle reali parole pronunciate da Materazzi, che tratta i musulmani di “sporchi terroristi!” (« sales terroristes ») per provocare Zidane, Nabe contesta la versione benpensante e attenuante che comunque prevale: il calciatore franco-cabilo non avrebbe sopportato gli insulti del giocatore italiano rivolti a sua madre e a sua sorella e, per alcuni, anche a sua moglie.

Illustrazione di Yves Loffredo: testata di Zinédine Zidane sulla torre Nord del World Trade Center da dove fuoriesce una nuvola di fumo.

Il 3 settembre 2006, il giornalista sportivo Eugène Saccomano accoglie il volantino di Nabe in un articolo del Figaro Magazine: “Per il gesto di Zidane, provate a procurarvi la sontuosa lettera dello scrittore Marc-Edouard Nabe”.

Volantino

Zidane è un genio. Zidane è un coglione. Tutte e due le cose insieme, capita. E non è un genio perché è il più grande calciatore di tutti i tempi e un coglione perché ha tirato un colpo di testa ad un altro giocatore a otto minuti dalla fine della sua carriera. Forse è il contrario. Zinedine Zidane non è mai stato così geniale come quando ha segnato questo goal inatteso e concreto: una testata nel petto del difensore Materazzi durante la finale del Mondiale! Conseguenze a cascata: cartellino rosso, espulsione, assenza durante i rigori, sconfitta della Francia, delusione generale...
Deludere, che libidine suprema!... Niente di più godurioso e di più giusto, quando si sta vincendo la partita, che distruggere tutto di colpo. A modo proprio, secondo l’umore, per capriccio puro ! Benvenuto nel club dei rompicoglioni ! Si è detto che Zidane era ridisceso infine sulla terra, che non voleva più essere un dio ma un uomo. È vero, non è più un dio. Adesso, è Dio ! Egli cambia il corso delle cose. Già rivelava un certo lato mistico, affermando di aver sentito delle voci convincerlo a tornare in nazionale dopo la sua decisione “irrevocabile” di smettere di giocare con i suoi compagni del 98. Tornare sì, ma per fare una cosa del genere? Chi l’avrebbe previsto e ammesso? A meno che… il soffio divino...
Autodistruzione? Istinto di sopravvivenza? Masochismo? Sadismo? Un po’ di tutto ciò: ha soprattutto detto di no alla mediocrità conformista, si è sottratto al trionfo promesso... Soprattutto non essere incensato, non essere più condannato alla beatificazione calcistica, mediatica e storica ancora da vivo, fermare da sé l’orribile processo di confisca della propria sostanza. Che situazionista suo malgrado, questo Zidane! In qualche modo, rifiutare di morire, uscire indenne da questa gloria premeditata, insozzare l’agiografia obbligatoria, cacare nella necrologia antemortem, fottere la morte dunque!
Tutto è stato detto su questo “brutto gesto”, ma niente è stato pensato sulle ragioni per cui Zidane, quella sera, è diventato, più che uno sportivo, un artista del proprio destino. Ciò che manca spesso allo sport per diventare un’arte, è questa trascendenza che “Zizou” ha osato raggiungere con un colpo di testa. E l’ha fatto da solo, da egoista, in un sussulto di fedeltà alla sua infanzia più forte di tutto. Si è comportato come un ragazzino agli occhi di tutti, davanti al mondo intero. Un bulletto marsigliese in calzoni corti nel cortile di ricreazione di una scuola elementare vicino all’autostrada Nord ... Guardate la sua brutta faccia, beffardo prima, poi cattivo quando colpisce, poi scaltro quando spera di non essere stato visto, poi confuso quando è preso con le mani nel sacco, e infine imbronciato quando esce, per sempre, dalla porta di servizio, perché la porta principale non era abbastanza per lui!
Zidane doveva essere stufo da tanti anni di essere l’incarnazione del perbenismo... Pure l’Abbé Pierre aveva avuto il suo momento di maledizione, perché lui no ? Il senzadifetti salvatore del mondo, il messia del calcio, basta! “Gesùdane” che dribbla sull’acqua, veroniche, doppi passi a tutta birra, basta !
In ogni modo, faceva il muso fin dall’inizio della partita, dava l’impressione di essere in prigione, di volere evadere dal suo personaggio soffocante. Qualcosa nel suo profondo cercava come fare... Sapeva, il suo corpo sapeva che gli rimanevano pochi minuti per provare che era ancora vivo. Era un modo di allontanare il momento di non essere più un calciatore, di spezzare l’ineluttabilità della vittoria della sua squadra e del suo trionfo personale, totale e definitivo. Gesto di gioventù che rifiuta d’invecchiare... Si è fin troppo detto che era vecchio, decrepito, pensionato precoce senile di 33 anni !
Che partita formidabile! Ero sugli Champs-Elysées con Djamel Bouras, Stomy Bugsy e Amel Bent. Non c’era nulla di normale, in questa finale. Al 48.mo secondo, dopo un brutto colpo alla testa, Thierry Henry è stordito. Poi, rigore ingiustamente accordato alla Francia contro Materazzi: 19.mo minuto, primo atto. È Zizou che lo segna, e là fa qualcosa che Barthez, dalla sua gabbia, qualifica di “malato”, e che Zizou stesso non aveva mai tentato, un rischio pazzesco per una posta così cruciale: una panenka ! Un tiro a cucchiaio sollevando il pallone e lanciandolo, più che colpendolo, nell’alto della rete per lasciarlo ricadere a foglia morta dietro le spalle del portiere.
Il pallone di Zidane tocca pure l’interno della traversa del più grande portiere del mondo. Per Buffon è peggio di una provocazione: èun’umiliazione! E poi Zidane avrà la faccia tosta di andare a dire che “il colpevole è sempre colui che provoca”!...
Materazzi aveva ragione ad aver trovato Zidane “superarrogante” sul campo... Bisognava aspettarsi la risposta italiana, che non tarda: prima dell’intervallo Materazzi-il-tatuato, già vendicatore, recupera con una superba testa il calcio d’angolo di Pirlo e pareggia. Ma non basterà agli Italiani. I Francesi sono preoccupati. Nel secondo tempo, Zizou manca la sua, di testa. Si sarebbe dovuto capire. Poi, lo stiramento della coscia di Vieira, e la spalla quasi slogata di Zidane che soffre visibilmente: chiede anche di essere sostituito, è evidente che sta cercando l’uscita, quella della partita e quella della sua carriera. Gli restano solo dieci minuti per trovare qualcosa di forte. Non andrà comunque a giocarsi la vittoria alla roulette russa con una serie dei rigori in cui gli Italiani fanno di tutto per trascinare la Francia ! Usciti Ribery, Henry, Vieira, nessun altro goal sembra possibile: è allora che Materazzi, ancora con la panenka di traverso, serve su un piatto d’argento al Cabilo divinizzato un’occasione di cambiare il suo destino e accessoriamente quello degli altri ! Durante l’alterco che quasi sfugge all’occhio degli arbitri, si vede Zidane proporre ironicamente la sua maglia a Materazzi, poi allontanarsi con calma dal difensore dell’Inter, prima di voltarsi e di lasciarsi andare a un impeto sanguigno, di sangue freddo però...
-Ah,c’è fallosuMaterazzi...Sperochenon sia successo niente, perché... Sì,sì, sì ... No, il guardalinee non sembra intervenire... Guarda, si vede Zizou... Uh! Uh! Zinedine! Oh, Zinedine... Non questo, non questo Zinedine... Non questo, Zinedine! Oh, no. Non questo. Non oggi. Non ora... Non dopo tutto quello che hai fatto! Ahi, ahi, ahi, ahi, ahi, ahi, ahi...
Il suo motto, era “Vivere insieme, morire insieme”, che bisognava tradurre con “Morire da solo, fa morire tutti gli altri ”! Cavaliere del Graal a cui la coppa scivola dalle mani, passa davanti, il capo basso, di spalle, col nome “Zidane” scritto sulla maglia come la M di Mostro…
Cosa mai ha potuto dire Materazzi perché Zidane arrivasse a quel punto ? Un mistero, più forte di quello che porta ad interrogarsi da duemila anni i teologi più navigati su quello che Gesù Cristo ha scritto sulla sabbia nell'episodio dell'adultera, avvolge le frasi “intollerabili” di Materazzi...
Che la smettano di farci credere che Materazzi ha insultato sua madre e sua sorella!...Ci vorrebbero dunque dare a bere che a Zinedine Zidane, a pochi minuti della fine della partita più guardata di tutti i tempi, al momento di dire addio alla sua vita professionale, a qualche centimetro della coppa del mondo che avrebbe consacrato definitivamente la sua ascensione cosmica nelle sfere della leggenda del calcio intergalattico, idolatrato dai Marziani stessi per la sua maturità e il suo fair-play, la sua eleganza esemplare e la sua grazia angelica, è saltata la mosca al naso al punto di spaccare la faccia davanti a tre miliardi di telespettatori a un tizio che gli avrebbe dato del “figlio di puttana”? Ma dai !
Allora ? Bugiardo o imbecille? Bisogna scegliere. Un imbecille che prende subito fuoco come il primo di quei ragazzetti con il berretto al contrario oppure un bugiardo che ci nasconde cosa l’ha fatto veramente andare in tilt. Si sa bene che “figlio di puttana” (che avrà sentito milioni di volte in vita sua da quando è nato in rue du Docteur-Escat) non significa “Malika Zidane batte il marciapiede” ! Puttana, il mestiere che ammiro di più al mondo! Sfortunatamente per me (e per mio padre) mia madre non lo è, tutt’altro ... Se qualcuno mi dà del “figlio di puttana” io ho voglia di adagiarmi amorosamente sul suo petto di pellicano invece di volerglielo sfondare a colpi di testa... La reazione razzista è di credere che un Arabo può incazzarsi solo se gli si tocca la madre: significa, sotto sotto, che gli Arabi sono troppo primitivi per difendere altro nella vita che l’immagine della mamma. E Zizou che conferma... “È qualcosa che riguarda la mamma, la sorella...”. Tira fuori il suo senso dell'onore quando non è il caso, mentre nessuno lo fa più quando sarebbe necessario.
Zidane sta prendendo in giro il mondo, e il mondo gli va dietro, lo compiange, gli dà ragione nella sua “condannabile però comprensibile” reazione di fronte alle parole “durissime” lanciate da Materazzi, la carogna dal plesso solido... Gli si trovano tutte le scuse: sua madre è all’ospedale, l’allenatore di quand’era ragazzo muore all’indomani del suo compleanno, la stampa spagnola l’ha attaccato, faceva troppo caldo...
Era scritto che la storia doveva essere scritta in un altro modo. Rifare due volte il colpo della coppa del mondo alla Francese, non era possibile. Il cielo non voleva questo bis ! Solo i VIP pitturati in modo ridicolo di blu-bianco-rosso già ci si figuravano, negando, dall’alto della loro piccolezza atea, il gran senso della giustizia di Dio, e il suo gusto notorio per i colpi di teatro.
La Francia non vuole uscire dal sogno. Una sola parola d’ordine: “Grazie di tutto, Zizou ! ”. Si mettono inserzioni a tutta pagina nei giornali: Danone, Carrefour, SFR, Coca Cola, Orange, Suez, La Poste, Adidas, CanalSat... Chirac lo consola come un ragazzo che ha fatto una cazzata... Lui stesso si scusa ma non si pente di niente (potrebbe nello stesso modo dire il contrario). I commentatori perdonano, in nome del genio che non fa niente come gli altri, ma pensano anche che, con il suo gesto folle, è diventato un semplice umano come loro! E a loro potrebbe anche star bene, ma non è questo il caso.
Dacosasi vede che tutta una società mediatica sta girando intorno all’argomento? Alla sua paura delle parole. Impresa di revisionismo dell’istante, la tivù si rammarica di dover mostrare l’immagine del colpo di testa, spera sempre di poterlo oscurare, per cancellarlo dalla carriera dell’eroe. Se solo potesse !
Sempre malinformante, menzognera, speculativa, immaginifica, erronea, l’“attualità” televisiva deforma in diretta la diretta della vita: “coprite questa realtà che non saprei vedere!” Innanzitutto negare ciò che accade nel momento in cui sta accadendo. Dall’imprecisione al qualunque cosa: ecco la loro tavolozza. La parola mediatica vuole sempre correggere la poesia della realtà che le è insopportabile. Ecco perché i media si credono “decenti” a non insistere sulla ragione della sua uscita infelice, perché era riuscitissima, troppo riuscita per loro. Sono categorici sul tenore delle parole insultanti (“Mamma” !) per sbarazzarsi del problema.
Il gesto finale con cui Zidane chiude il suo giubileo è anche l’ultima confessione di fallimento della politica d’integrazione. Zidane l’ha sentita bollire nel proprio corpo l’impostura dell’antirazzismo alla francese di sinistra e di destra. Colpo di testa a “SOS Racisme” quanto a Sarkozy...
Del resto a Sarkozy è stato “vietato” di vedere la partita a Berlino, per via della questione degli idranti “Kärcher ”, da Lilian Thuram che viene chiamato “Finkielkraut” perché porta gli occhiali e ciò basta per farne l’intellettuale del gruppo... Ah! Come si sarà sbellicato dalle risate il ministro dell’interno in place Beauvau guardando la finale... Zidane la feccia...
Ad un tratto, un Arabo toglie alla Francia l’opportunità di vincere, la deruba della gioia di esplodere di soddisfazione, di dimenticare il razzismo primario dei suoi bianchi e l’antirazzismo, altrettanto primario, dei suoi Magrebini...
A non essere contenti sono gli “Arabo-collaborazionisti” che ce l’hanno con lui per aver appannato l’immagine dei loro che stavano quasi finendo di rimettere a lucido. Il Kamikaze della Castellane li riporta alla loro reputazione di violenti tiratori di testa, di attaccabrighe del dopo discoteca. Gli Arabi di Francia fanno pena: vigliacchi, incapaci, fannulloni, spalancano la bocca al bar per chiuderla meglio davanti ai microfoni, pensano solo alla grana, alle macchine e alle cazzate. Drogati di Play Station, di rap e di Stand-Up : altrettante lusinghe per svicolare dalla realtà... Cosa può aspettarsi un vero Arabo del Medioriente da un “Beur ”di qui? Niente, può crepare sotto le bombe di Bush o d’Ehud Olmert. Ciò non riguarda i “cailleras” che si spintonano sugli Champs Elysées in nome del “rispetto” oi “rebeux” liberal-chic che intrallazzano con gli squali dello show-biz...
Si sta ancora aspettando che Jamel Debouzze, il grande “amico” di Zizou segua il suo esempio... Che, un giorno di finale dei mondiali del Ridere, spedisca seriamente la sua mano sul muso di un Materazzi dello Spettacolo, e lo ririspetteremo... Jamel ha partecipato a levigare l’immagine del suo eroe, a fare del suo amico umile e buono, timido e introverso, un Musulmano non eccessivo e un riunificatore dei Francesi, un umanitario modello, lo sportivo che si comporta sempre bene. Certo, può capitargli una notte di pisciare contro il bar del Queen o un giorno di pulirsi i tacchetti su un Saudita, ma nell’insieme è un essere di una dolcezza perfetta... Patatrac! È tutto da rifare, aveva ragione Aimé Jacquet! Aimé Jacquet ha sempre ragione: Zidane ha un fondo molto violento. E Zizou sa che Jacquet sa.Sapeteladifferenza tra Jacquet e Domenech? Quando Zidane si becca un cartellino rosso, è Jacquet a distogliere lo sguardo da quello di Zidane; mentre quando passa davanti a Domenech dopo essersi fatto buttare fuori, è Zidane che rifiuta d’incrociare quello del selezionatore.
Jamel che non merita nemmeno il nobile titolo di “feccia” ha per idolo Mohammed Alì, salvo che Alì s’impegnava veramente lui, si esprimeva su qualsiasi argomento per sputare il suo odio antibianco, in piena guerra del Vietnam, ha agito contro tutto un sistema con la parola e con i gesti, e con la provocazione, quella provocazione che di fronte al gentile Michel Denisot l’ancora più gentile Zinedine Zidane rifiuta di ripetere.
Ultima speranza: la FIFA! Essa sola può farci conoscere cosa si è veramente detto. Sfortunatamente la FIFA annulla il previsto confronto tra Zidane e Materazzi, e i due ragazzacci alla fine sono condannati alla sospensione e a circa 4000 euro di multa ciascuno... La manipolazione è chiara come il sole: Zidane, Materazzi e la FIFA si sono messi d’accordo su una versione “non razzista” che va bene a tutti, e evita alla Federazione di squalificare l’Italia. La questione è sempre più confusa: Zidane continua ad asserire che sua madre e sua sorella sono state insultate; Materazzi che è falso, e basta! L’essenziale, è che né l’uno né l’altro dicono la verità.
Basta con le menzogne! C’era un’altra parola “urtante” nella “provocazione” di Materazzi letta molto chiaramente da sordomuti italiani che hanno visionato la sequenza: “Non voglio la maglia di un figlio di puttana ! Te, tua madre, tua sorella, siete tutti stronzi musulmani, sporchi terroristi!” Zidane non può confessarselo, ma è proprio la parola “terrorista” che non ha sopportato. È in quel momento che avviene il voltafaccia: “Finalmente la parola di troppo!”. Perché poi farsi complice dell’ipocrisia dei media che usano sua madre come scudo umano per proteggerlo del vero insulto (“sporchi terroristi! ”) che nessuno cerca di analizzare? Zidane preferisce recitare la parte del figlio impermalito piuttosto di quella di un essere umano spinto nelle sue trincee politiche... Si, Materazzi ha parlato di sua madre, però in un’espressione triviale e impersonale che Zidane stesso non ha esitato a lanciare all’arbitro di Francia-Portogallo (“Figlio di puttana!”).
Il vero argomento che ha fatto uscire Zidane dai gangheri, è il terrorismo, e questo lui lo nasconde. Perché? Perché sa benissimo che quello che ha fatto in questa finale, è un atto terrorista. Contro il calcio, contro i media, contro i suoi tifosi, contro la Francia, contro il mondo! Ed è stato Materazzi, investito anche lui senza saperlo da una missione di verità di cui è stato lo strumento indispensabile (come Giuda doveva tradire il Cristo perché sfuggisse al suo destino di semplice Messia) che l’ha spinto a compierlo. Trovando le uniche, blasfeme parole che potevano far uscire il vero Yazid dalla corazza del falso Zidane, l’Italiano ispirato (lo si è visto durante tutta la partita) ha mirato giusto.
Ah! Zizou dev’essere stato maledettamente condizionato per non sollevare la questione “terrorista”, mentre ovviamente è stata proprio quella parola a far risorgere irrefrenabilmente sotto forma di collera tutta la sua vergogna di aver mantenuto il silenzio da tanti anni sul modo in cui gli Arabi sono trattati...
Materazzi l'ha colpito alle spalle con la sua lingua sciolta, mentre lui la lingua l'ha tenuta anche troppo a freno, sulla situazione internazionale, argomento più interessante dei “problemi” delle città del “9-3” che amano evocare, in giro di promozione, e con gli applausi di un pubblico pagato dalla tivù, gli anti-sarkozysti demagoghi...
Zidane, per dieci anni, non è stato naturale, ha fatto finta di integrarsi, e molti segni mostravano che il fuoco stava covando sotto la tiepida gentilezza dei suoi interventi. Non soltanto i suoi tredici cartellini rossi che hanno preceduto il più bello di domenica scorsa. Segni della vita politica della Francia e del mondo a cui Zidane non ha mai risposto. Siamo nel 2006, non più nel 1998: ne sono successe di cose per gli Arabi. Il mondo è completamente cambiato dall’apoteosi dei Bleus sugli Champs-Elysées, il 3-0 contro il grande Brasile, “I will survive ” e “Siamo i campioni”! Le due teste di Zidane del 12 luglio 98 si sono trasmutate in due torri !
11 Settembre 2001: Zidane, l’Arabo più famoso nel mondo, non dice niente. 6 Ottobre 2001, dopo la partita Francia-Algeria dove lui gioca contro il suo paese di origine, e dove la Marsigliese viene fischiata e il campo invaso dai suoi fratelli, Zidane non dice niente neppure lì. Novembre: Bush attacca l’Afghanistan: sempre nessuna reazione. Aprile 2002: Le Pen al secondo turno, Zidane dice finalmente qualcosa ma è pressappoco niente. Marzo 2003, Bush attacca l’Irak: Zidane sta ancora zitto. Dicembre, i GI tirano fuori Saddam Hussein dalla sua tana: Zidane sta sempre zitto. Gli Americani ammassano i “terroristi” a Guantanamo: Zidane sta zitto. In Francia si proibisce il velo a scuola: Zidane sta zitto. Israele rinchiude i Palestinesi dietro un muro: Zidane sta zitto. Arafat muore : Zidane sta zitto. Sarkozy parla di idranti e Finkielkraut di una nazionale francese “Black-Black-Beur”: Zidane sta zitto. Due “fecce” inseguite dagli sbirri si fanno fulminare, il che provoca sommosse in tutte le periferie: Zidane sta zitto...
A forza di star zitto, ecco cosa succede: ti fai fregare la coppa del mondo! Qualche sua parola piazzata ai momenti giusti avrebbe potuto, senza cambiare il corso della Storia del terzo millennio, liberare molte anime prigioniere, sollevarle dall’ingiustizia e dalla frustrazione di non potersi esprimere. E che non mi si dica che non era compito suo! Anzi, era una sua responsabilità. Non c’è bisogno di essere un intellettuale per dire semplicemente NO. Zidane a Bagdad non avrebbe impedito a Bush di bombardare, però il mondo intero avrebbe capito il messaggio. Non rischiava niente, e se non voleva andare al Palestine infestato di giornalisti, di fronte all’Ishtar c’ero io. L’avremmo rifatto, il mondo, noi marocchini nati a Marsiglia... Ah! Gli impulsivi nati alla Clinique Bouchard !
Nessun rischio per Zidane di andare in Irak, con tutta la Francia dietro. Che bel gesto sarebbe stato! Non averlo fatto ha portato al colpo di testa su Materazzi. Il passaggio ha poco senso? Riflettete ! Zidane ha capito bene che il suo campo di espressione era quello del calcio. Quindi, è là che ha reagito a tutta questa guerra ingiusta fatta agli Arabi che si stanno solo difendendo. È nelle parole stesse delle sue “spiegazioni” : “Non ho fatto altro che reagire a una provocazione”. Che altro fanno i “terroristi” se non reagire alle “provocazioni” degli occidentali che li spogliano delle loro terre, scherniscono la loro fede, sfruttano la loro mancanza di ingegno, moralizzano il loro oscurantismo e rubano le loro ricchezze?
Chissà che tutte queste realtà non siano impresse in lui in un modo molto più traumatizzante di quello che si crede? Avendole represse, sono uscite così, al momento più inaspettato sul primo Bianco venuto. Non uno qualsiasi, d’altra parte: un bruto italiano, guarda caso, di uno dei paesi europei che ha accettato di andare alla caccia all’irakeno in Mesopotamia a fianco delle carogne di Bush.
A un certo punto, le cose si accumulano nella mente e nel cuore di un Arabo. Ingozzato di immagini offensive, come un fachiro inghiottisce lamette da barba, era prevedibile che Yazid vomitasse tutto ciò in un modo o in un altro... 9 luglio 2006 al 110.mo minuto, alla fine dei tempi supplementari della partita Francia-Italia Zidane parla finalmente, e siccome questo coglione, l’ammette lui stesso, ha dei begli occhi ma non sa parlare, agisce. Non vi sbagliate, è ancora parola, questa testata. Tutto lo prova: per prima cosa l’originalità: Zidane non ha sfondato la testa ma il torace di Materazzi fino a vacillare anche lui per averlo fatto cadere così bene sulla schiena. Non si tratta più di calcio ma di boxe (infatti Zidane aveva il polso bendato e il pugno stretto come un pugile).
Sembrava un ariete che caricasse un rinoceronte e lo mettesse K.O. I due corpi erano in una posizione magnifica, da far venire voglia a Delacroix di dipingere di nuovo la sua Lotta dell’angelo con Giacobbe!... L’immagine, apparsa come una rivelazione dopo l’azione, come un immagine nascosta nel tappeto, è da annoverare tra le più belle della televisione... Ne rammenta un altra... Ma sì! L’aereo di Mohammed Atta che va a sbattere nella torre del World Trade center! Fatte le debite proporzioni, è la stessa cosa! Con la stessa violenta bellezza tragica, Zidane ha mandato la sua testa di Arabo a sbattere contro il petto di un occidentale.
“Terrorista”, è l’insulto supremo, però bisogna intenderlo come Zidane che non sopporta che attraverso di lui si insulti Bin Laden! Lui crede che quello che non sopporta, è che si faccia un amalgama tra un Musulmano francese di origine algerina con i terroristi islamici di Al Qaeda, ma al suo corpo non piace che si dica che gli Arabi sono dei terroristi, perché nel suo profondo sa bene che sono dei resistenti...
Anche “Islamico”, deve fargli schifo che si possa considerarlo in quel modo. Salvo che durante il giro dei Bleus in Germania, Herr Zidane, da un castello all’altro, chiedeva una camera speciale perché lui e Frank Ribery potessero pregare insieme diverse volte al giorno sui loro tappeti da preghiera... Se venissero a saperlo, non ci vorrebbe molto altro a degli stronzi atei bianchi per dare ai due pii giocatori del “fanatico”! Frankenstein Ribery, lui almeno non si nasconde all’inizio delle partite per pregare e strofinarsi il viso, solo gli ignoranti l’hanno potuto prendere per un supercattolico che recitasse il Padre Nostro. Quanto a Zidane, non è più un segreto per nessuno che è sempre più in contatto diretto con Allah, questo ispiratore di tanti terroristi!... Se avesse continuato la sua carriera, avrebbe di sicuro dovuto giustificare la sua fede fervente e crescente davanti ai media autoritariamente laici...
Ora sì è veramente Arabo! La sua ambiguità di Cabilo è stata superata, all’ultimo momento. I Cabili, certi Arabi non esitano a trattarli tutti da traditori! Ma il cupo Cabilo non ha tradito nessuno il 9 luglio, è invece accettando di essere la vacca da latte dei calcisti, dei pubblicitari e altri mediatoidi ben decisi a mungerlo per tutta la vita, che stava tradendo, che si stava tradendo... Doveva sentirsi male nella sua pelle, a scambiare ad ogni momento la sua gloria contro il suo silenzio. Del resto, le pustole di febbre che infioravano regolarmente le sue labbra lo provano: Zizou non era a suo agio in questo ruolo di ragazzo buono, dolce, pudico, non violento, icona del perbenismo abbépierresco, post-coluchien ideale, venduto ai mercanti, che marcia sui venduti…
Senza provocazione, niente va avanti! Anche tu, Yazid, hai provocato tutta la tua vita per progredire, vuoi che ti ritiri fuori la lista?
O.K., ci sono parole che fanno più male dei gesti, ma quelle parole, spero che finirai per sputarle ora che hai fatto IL gesto. Ti segnalo che al momento in cui scrivo queste righe, Israele si sente abbastanza provocata dagli Hezbollah per distruggere, da Nord a Sud, un paese di Arabi cristiani e musulmani che si chiama Libano.
“Terrorista” non è così difficile da portare. Soprattutto in un’epoca come la nostra. Visto quello che sta succedendo nel Medioriente, ci sarebbe piuttosto da essere orgoglioso di essere stato “insultato” in quel modo ! Altro che essere o non essere un figlio di puttana... Tuo padre Smaïl l’ha detto: “non è grave, ci sono cose peggiori che stanno succedendo in Irak!” Lui, è un vero saggio: non gliene frega niente che un Italiano dia della puttana a sua moglie, penso che gli farebbe più piacere che suo figlio desse a tutti gli Americani del terrorista!

Marc-Edouard Nabe, 24 luglio 2006
Traduzione : Constantino Serra